ALBUM REVIEW @ L’ISOLA CHE NON C’ERA BY NICOLA OLIVIERI

Una volta, tanto tempo fa, la realizzazione di un disco d’esordio era un importante punto di arrivo. Oggi, con il mercato e la modalità di fruizione della musica così profondamente cambiati, un’opera prima è un punto di partenza altrettanto importante. Ed è questo il caso di Stories for a friend di Gabriele Dodero. Non è affatto scontato che un’opera prima sia un lavoro di buona qualità, ma in questo caso si può sicuramente affermare che la partenza è stata decisamente di alto livello, si potrebbe dire con il botto, se questa espressione non fosse in antitesi con la natura delicata e anche intima del disco visto che gli elementi che lo compongono sono solamente la chitarra e la voce dell’autore.

Gabriele Dodero è un musicista padovano poco più che trentenne che ha studiato tromba e pianoforte con maestri di fama internazionale, ma è la chitarra, in particolare quella acustica, lo strumento che continua a preferire anche quando la sua curiosità lo ha portato su percorsi musicali più vicini al jazz, al rock e al blues. Quest’ultimo è il genere da cui è stato maggiormente ispirato, la comfort zone nella quale ha condotto numerose ricerche con la finalità di appropriarsi delle sonorità e delle atmosfere della musica afro-americana.

Il disco è dedicato ad un amico scomparso (da qui il titolo Stories for a friend) con il quale Gabriele Dodero ha condiviso la medesima visione della musica e che lo ha spronato alla registrazione di questo ottimo lavoro. La decisione di inciderlo è maturata in un lungo arco temporale ed arrivata quando ha sentito forte l’esigenza di un cambiamento, affrontando la sfida di una nuova forma espressiva che lo rappresentasse in una forma più autentica ed efficace, passando quindi dal blues elettrico e strong, quello più sudato, come lui stesso lo definisce in una recente intervista, a qualcosa di più minimale ed intimista, aprendosi in sordina e delicatamente verso l’ascoltatore e parlando di sé attraverso brani e musiche di autori a lui particolarmente graditi, presi dalla tradizione folk, blues e country.

Nel CD sono inclusi brani di Guy Clark, autore molto apprezzato da Gabriele, di Doc Watson, il grande maestro del fingerpicking, di Merle Travis e ovviamente una selezione di brani della tradizione folk-blues scelti dalla discografia di Mississippi John Hurt, Lightnin Hopkins e Skip James.

Questo album è senza ombra di dubbio un esordio eccellente e rappresenta un presupposto importante per la carriera di questo artista,  il quale con Stories for a friend ha dimostrato di essere tanto maturo quanto sensibile. Il suo futuro riserverà ancora belle sorprese e sarà oltremodo interessante ascoltare gli inediti sui quali Gabriele Dodero sta già lavorando per inserirli nel suo prossimo disco. Nel frattempo andate ai suoi concerti. Sul sito (www.gabrieledodero.com) troverete tutte le informazioni utili allo scopo.

 

Nicola Olivieri

 

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