La realizzazione del progetto è maturata in un lungo lasso di tempo, in cui il padovano Gabriele Dodero ha avvertito l’esigenza di intraprendere una nuova strada, alla ricerca di un linguaggio che lo rappresentasse maggiormente. Lo stile, volutamente minimale e intimista -creato dai soli suoni di chitarra acustica e voce – è il suo modo più naturale per riuscire ad aprirsi e a raccontare qualcosa di sé, pescando a piene mani tra i brani della tradizione Folk, Blues e Country. I brani che compongono il CD sono stati accuratamente scelti per la loro evocazione di esperienze di vita vissuta ed avvenimenti che lo hanno segnato, come il brano “The Cape” di Guy Clark, scelto perché parla di tutte le persone che vivono senza compromessi, rischiando in prima persona per l’affermazione delle proprie idee. “Coyotes” di Don Edwards, è il racconto di una vita da parte di un vecchio cowboy, che vede il mondo cambiare e inghiottire uno alla volta i suoi riferimenti, fino ad accorgersi di essere diventato, suo malgrado, il personaggio di una storia al confine tra verità e leggenda. Fondamentali del CD sono poi le reinterpretazioni di brani di Doc Watson, indiscusso maestro del fingerpicking, “Deep River Blues” e “Windy And Warm”, capisaldi del genere bluegrass, così come “Saturday Night Shuffle” di Merle Travis.
Un richiamo potente al folk-blues è dato dalla significativa ed introspettiva versione di “Stagger Lee”, ballata scelta dalla discografia di Mississippi John Hurt, da “Trouble In Mind” di Lightnin’ Hopkins e “Hard Time Killin’ Floor” di Skip James, brani che scavano nell’inquietudine e nelle sfaccettature più oscure dell’anima.
Con un arrangiamento che si addentra a pieno nel mood e nell’atmosfera del disco, è “Feelin’ Good”, brano cantato da Nina Simone, notoriamente più legato al mondo del jazz, per arrivare infine al gospel della tradizione, dove Gabriele esplora ancora un diverso linguaggio espressivo, includendo brani come “I Want Jesus”, “Going Down The Road Feelin’ Bad” e “I Shall Not Be Moved”, canti in cui si abbandona alla sua parte più spirituale e meno definibile.
“Stories for a Friend” arriva da un’iniziale grande spinta ricevuta da un caro grande amico di Gabriele che, nel tempo, lo ha stimolato e sostenuto, facendogli conoscere ed ascoltare tantissima musica. La storia purtroppo ha voluto che il suo amico non sia riuscito ad ascoltare insieme a Gabriele le registrazioni terminate a causa della prematura scomparsa: queste storie rimangono così per Lui, e per tutte le persone che credono con passione nei propri sogni.