Gabriele Dodero è un giovane musicista padovano che ha iniziato il suo percorso musicale con la chitarra acustica, ma nel corso degli anni ha studiato anche tromba e pianoforte con maestri di fama internazionale. Gabriele si è esibito nelle più importanti rassegne dedicate al Blues: Delta Blues di Rovigo, Marghera Estate Village e Blues Made In Italy a Cerea. Proprio a Cerea il mese scorso abbiamo avuto l’opportunità di apprezzare live qualche brano presente nel suo disco “Stories For A Friend”.
L’album si apre con la popolare folk song americana Stagger Lee che narra l’assassinio di Billy Lyons da parte di “Stag” Lee Shelton nel Natale del 1895. La dolcezza qui impiegata da Dodero non fa proprio pensare ad una storia sanguinosa, anzi sembra piuttosto una dolce ninna nanna. Stagger Lee viene qui rilegato sotto una cornice di vetro, mansueto e stanco, che si lascia tenere in vita da chi narra ancora la sua storia. Un personaggio entrato nell’immaginario di tutti come malvagio e spietato, qui viene addomesticato da un canto zuccheroso e una chitarra tipica delle più dolci ballate d’amore.
Il secondo brano è Hard Time Killin’ Floor del buon vecchio Skip James. Le tinte qui si fanno più fosche, sfiorano lidi oscuri e desolati in un viaggio profondamente lamentoso. La voce tocca gli abissi più cupi e sale verso le vette più acute. Un pezzo che mette i brividi, in tutti i sensi.
Si prosegue poi con The Cape del grande Guy Clark. Il giovane bluesman ne fa una versione trasognata, tipica di uno che si lecca il dito, controlla il vento ed è pronto a tentare il volo. Senza paura Gabriele Dodero stende le braccia e ha fiducia nel suo mantello, fa rivivere personaggi e canzoni per la gran parte finiti nel dimenticatoio. Questo è ben più che un atto di fede. E’ un moto di umiltà e rispetto verso i propri padri musicali. E chi si pone con questo atteggiamento è già sicuro di poter volare alto.
Con Saturday Night Shuffle si esula dal blues andando toccare il territorio del country. La chitarra è la protagonista assoluta e potrebbe benissimo prendere il ruolo del pianoforte nelle comiche mute di Roscoe Arbuckle e Buster Keaton.
Si prosegue sulle strade polverose del country con il brano Coyotes di Don Edwards. La polvere però viene qui spazzata via dalla voce soave del bluesman padovano. Emerge solo un languido strato di nostalgia per un mondo ormai scomparso sotto colate d’asfalto e acciaio.
Trouble in Mind di Richard M. Jones ci riporta nel reparto del blues. Il carrello è pieno di pacchi “blue”. Ma questa spesa di tristezza è temporanea perché lì sugli scaffali ci sono scatole di sole splendente belle in vista. E il prezzo della felicità non è neanche così caro.
Con l’ottavo brano si torna a casa, nella profonda tradizione americana. Going Down The Road Feelin’ Bad riporta alla mente la pacatezza di Mississippi John hurt in Make Me A Pallet On Your Floor. Un clima da Great Depression in cui la disperata ricerca di lavoro fa mettere in cammino migliaia di persone. La California è la terra promessa, ma una volta arrivati lì non si vede l’ora di scappare da padroni senza scrupoli. Via di nuovo giù lungo la strada, stanchi e spiritualmente malmessi.
Il nono pezzo è Feelin’ Good, splendido brano portato al successo da Nina Simone. Voce rotonda, chitarra delicata e un’atmosfera densa di fascino ed eleganza.
El Coyote ricaccia tutti sotto il sole texano di Guy Clark con un caramelloso valzerino country che ammalia chiunque l’ascolti. Si prosegue con Windy and Warm che mette sotto i riflettori la grande capacità chitarristica del giovane Dodero. Passi sommessi, brevi accelerate furtive e stop improvvisi plasmano una melodia ipnotica e strisciante.
A concludere questo interessante disco si trova il traditional We Shall Not Be Moved. Un brano che è diventato uno degli inni del movimento per i diritti civili viene qui cantato con soavità quasi religiosa. Chitarra e voce ci cullano e ci fanno scivolare in uno stato di torpore.
Un disco eccezionale che va a pescare brani e artisti davvero eterogenei per una scorribanda sonora nei vasti territori del sud. Il signor Dodero ha saputo collimare assi musicali differenti in un album che cammina in equilibrio tra folk blues, country, spiritual e traditional profani. Se siete stanchi del blues sporco e grezzo è tempo di mettere sul lettore “Stories For A Friend” per godersi la tranquillità e il calore del caminetto acceso. Lasciatevi cullare dal morbidissimo cuscino vocale e avvolgere dal chitarrismo lanoso e raffinato di Mr. Dodero. Gliene sarete grati.
by Sara Bao
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